Altri effetti

L’ozono è l’inquinante atmosferico di gran lunga più nocivo per la vegetazione. Infatti, ha un effetto tossico sulle cellule, ostacola la fotosintesi e quindi anche la crescita delle piante. A causa dei valori attuali d’inquinamento, sono stati osservati e dimostrati danni alle colture e perdite di raccolto che, a seconda della coltura, della regione e dell’anno, oscillano tra il 5 e il 15 per cento. L’ozono nuoce anche all’economia forestale. Combinato con altre sostanze inquinanti, rappresenta infatti un fattore di stress per gli alberi ed è corresponsabile dei danni alle foreste.

Le elevate concentrazioni estive di ozono danneggiano visibilmente le piante e la vegetazione, soprattutto le latifoglie, i cespugli e le colture. Una prolungata esposizione all’ozono può provocare perturbazioni nella crescita della vegetazione e incidere sulla vitalità delle piante sensibili.

L’esposizione indebolisce gli alberi e rallenta la crescita del legno, due fenomeni che hanno ripercussioni negative soprattutto sulla stabilità dei boschi di protezione. Una prolungata esposizione all’ozono superiore ai valori limite critici dell’ECE/ONU causa anche una riduzione della produzione agricola, specie per ciò che riguarda il grano e le patate. Tali perdite variano tuttavia a seconda delle colture, delle regioni e delle situazioni climatiche.

Alcuni studi hanno mostrato che il perdurare di un elevato carico di ozono modifica la biodiversità, riduce la produzione di coltivazioni e prati, e mina la resistenza della vegetazione a parassiti e altri agenti patogeni.

Ulteriori informazioni sugli effetti sugli ecosistemi

Negli strati bassi dell’atmosfera l’ozono funge da gas serra ed è dunque anch’esso responsabile del riscaldamento climatico e dello squilibrio degli ecosistemi ad esso legato. Dopo il diossido di carbonio (CO₂) e il metano (CH₄) l’ozono è il terzo maggiore gas a effetto serra a contribuire al riscaldamento globale.

L'ozono e il suo effetto comportano naturalmente anche conseguenze per l'economia: si pensi alle assenze dal posto di lavoro, alle visite mediche, alle ospedalizzazioni e alle morti premature. A seconda del livello di inquinamento estivo, si stimano in Svizzera dai 150 ai 300 decessi prematuri all'anno (calcolo basato su una stima del OMS [WHO 2008] e sull'esposizione media della popolazione Svizzera durante il periodo aprile-settembre).